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114 | note. Versi 55 — 58. |
Platoniche alberga, e d’onde dev’essere passato Zefiro, non si scioglie la domanda se questa è la stessa Venere Arsinoe, o una diversa divinità. Per me dubito che sia la stessa, e le ragioni leggile nella nostra considerazione sopra la Venere celeste.
Ora spiegheremo questi quattro versi partitamente.
Isque per aetherias, me tollens, advolat umbras,
Et Veneris casto conlocat in gremio;
Ipsa suum Zephiritis eo famulum legarat,
Grata Canopiis incola litoribus.
Per ætherias umbras. Per l’aere ombroso dalle tenebre notturne. La chioma essendo stata rapita di notte, ottimamente lo Scaligero restituì la lezione antica: vedi variantL
Conlocat in gremio veneris. Perchè tutto ciò ch’era tocco e palpato da Venere acquistava l’immortalità. Il Volpi ed il Doering confermano questa esposizione con i versi di Teocrito idil. xv verso 108. Vedi considerazione nostra sulle deificazioni.
Famulum. Zefiro è come s’è veduto alle note precedenti messaggero di Venere. — Apulejo metam. lo fa messaggero di Psiche e di Amore. Così il Leoue Nemeo é detto da Manilio iv verso 360 Ideae matris famulus. Heinsio, Valckenario. Ministri della stessa Dea sono in Catullo carm. lxiii verso 76 (o forse in quel greco poeta da cui egli trasse quell’inno) i leoni, quand’ella ne scioglie uno dal carro, inviandolo ad impaurire il giovinetto Ati. Ne’ frammenti greci ch’io credo d’un antico inno alle Grazie, da me un tempo tradotti, veggonsi le Ninfe fluviali ancelle ad un convito dato in Tempe da