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sul «commentario della battaglia di marengo» 223


centro a passo tardissimo; né muovonsi prima che quei della sinistra abbiano già conseguita la loro distanza.

Evoluzione mal valutata dal capitano nimico, il quale ci presume in tutta ritirata, quando in fatto non era se non un movimento di conversione. E con maggior fiducia cerca l’esecuzione del suo progetto, ch’era di raggirarci la sinistra e di tagliarci la via di Tortona: con tale intento dispone quella sua colonna di cinquemila granatieri, i quali si schierano sulla strada postale, per anticipare ed impedire il riordinamento dei corpi dell’esercito francese, ch’ei già reputava disordinati.

Ma l’esercito francese, duranti le quattro ore ch’egli spende nel suo movimento di conversione, presenta un terribile e maestoso spettacolo.

L’esercito austriaco drizzava le sue principali forze contro il nostro centro e la sinistra, seguendo il movimento di ritirata della prima linea e lasciando la sua cavalleria intenta a soverchiare la nostra diritta di là da Castel Ceriolo.

I nostri scaglioni si ritiravano a scacchiere per battaglioni in silenzio universale. Gli avresti veduti sotto il fuoco di ottanta cannoni, come agli esercizi, soffermarsi spesso e presentare sempre piene le file, perché quei prodi serravansi quando uno di loro era colpito.

Bonaparte vi andò piú volte, per dar tempo al generale Desaix di pervenire alla posizione assegnatagli. In questo movimento di conversione, che fu veramente di ritirata per la prima linea, egli distinse sopra ogni cosa l’ordine e il sangue freddo della divisione comandata dal generale Lannes.

Frattanto gli scaglioni sinistri della prima linea giungono a livello di San Giuliano, ove il generale Desaix stava postato. Progrediscono in ritirata, e, collocatisi sulla sinistra indietro, si fermano e ripigliano lena. Tutta la nostra cavalleria e quindici cannoni stavano appiattati dietro le vigne, e collocati nell’intervallo dei reggimenti del generale Desaix, de’ quali il primo e terzo battaglione erano ordinati in colonna dietro le ale del secondo, spiegato in battaglia. Il combattimento fra’ due eserciti ardeva sempre fierissimo.