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219 vii - scritti vari


Se l’Austria si appigliava al primo disegno di campagna. Bonaparte accorreva con l’esercito di riserva verso quel del Reno, che allora ascendeva a centosessantamila uomini, opponendo cosí le sue forze maggiori alle maggiori forze nemiche.

Se invece il gabinetto di Vienna adottava il secondo progetto di campagna, le nostre armi sul Reno diventavano superiori agli austriaci.

Ove l’Austria avesse avanzate sul Genovesato le forze principali, Bonaparte avrebbe varcate le alpi con l’esercito di riserva, preoccupato il Po, per prendere il nimico alle spalle, predargli i magazzini e attraversargli la ritirata.

Di questi partiti l’Austria adotta il secondo, e porta il piú forte esercito in Italia. Melas comincia la ostilità; supera la Bocchetta, e si affaccia ad un tempo a Genova ed a Savona.

L’esercito francese sul Reno si prevale della sua superiorità: generali ed ufficiali si segnalarono per valore di braccio e d’ingegno, e riportarono illustri vittorie nella Svevia.

Intanto Melas era sul Varo; tutto lo Stato di Genova conquistato; la Provenza risonava di spavento; Marsiglia. Tolone stesso, credevansi in repentaglio.

Ed ora appunto l’esercito di riserva sta per sormontare le alpi del San Bernardo e preoccupare alle spalle tutta l’Italia; combinazioni ampie e profonde, ideate da lontano con tutta tranquillità ed eseguite con maestria pari all’audacia.

I mezzi tutti erano già preordinati da gran tempo; due milioni di porzioni di biscotto, allestite otto settimane addietro in Lione, si vociferavano destinate per Tolone.

Tutto ciò, che doveva ingannare Melas intorno ai nostri progetti, era già antiveduto.

Non si fanno movimenti, non mostra di soldato, né in Val Morienna né in Val Tarantese.

I confini del Delfínato non accennavano veruno apparecchio.

L’esercito di riserva, tanto preconizzato, supponeasi adunato in Digione, ove Bonaparte si recò, seguito da molti esploratori del nemico, che pur non vedono in questa grande rassegna piú di tre o quattromila soldati; ond’è naturale che tutti