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190 scritti vari


passioni: tutti i codici criminali escludono, o giudici, la confessione spontanea di un uomo il quale, o per ira o per prepotenza di dolore o per disperazione o per infermità, può dare, non dirò certezza, ma indizio semplice di demenza. E, d’altra parte, non appartiene che alla legislazione de’ barbari di profittare delle esclamazioni di un uomo fra le armi. Appena il reo è nelle mani della giustizia, ogni sua parola in faccia a’ giudici è nulla, tranne quella che egli, riconosciuto sano e tranquillo di mente, depone nel processo dietro schiette e non suggestive interrogazioni. E molto piú nel caso presente sono inattendibili le testimonianze degli ascoltanti, poiché le parole uscivano mezze e mal articolate da un uomo che aveva le fauci insanguinate e soffocate dallo scoppio recente di una pistola, la lingua bruciata e la bocca grondante di sangue.

Rigettati dunque tutti i testimoni, perché altri illegali, altri incoerenti ed estranei, è da ridurre l’esame del fatto alle deposizioni dell’accusatore e dell’accusato ed alle armi.

In quanto al capitano, voi vedete, o giudici, che egli non può essere accusatore e testimonio ad un tempo, e che le sue asserzioni non possono meritare fede se non in quanto hanno coerenza co’ fatti. Ma s’egli nel suo costituto dissimula la cosa piú essenziale, se la cosa dissimulata è tutta contro di lui, se questa stessa cosa è poi incontrastabilmente dichiarata dai fatti, la sua deposizione non merita ella i vostri sospetti? Perché mai il capitano mostra le proprie ferite, indica il modo, il momento, l’attitudine dell’assalitore e dell’assalito, e non parla mai delle ferite del sargente? Eppure esistono queste ferite: esistono nel processo, nelle membra del sargente, nelle dichiarazioni de’ chirurghi, e sono appunto ferite di spada. Ma il capitano non ne fa motto né nel suo rapporto in iscritto né nel suo costituto. E come mai fra le armi, che ebbero parte in questa sciagura, io non vedo, o giudici, sul vostro tribunale la spada del capitano? Voi, cittadino relatore, a cui veruna minuzia è sfuggita nel vostro lungo processo, a che non presentate la spada del capitano a’ giudici? Perché nasconderla, poiché serví non solo al capitano, ma anche al sargente nella zuffa? È vero che il Gerlini asserisce che