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172 notizia intorno a didimo chierico


del bigliardo, mentr’io stava giocandovi, ed ei sedeva presso ad un tavolino, intorno al quale alcuni ufficiali quistionavano di tattica e fumavano mandandosi scambievolmente de’ brindisi. Gl’intesi dire: «che la vera tribolazione degli autori veniva, a chi dalla troppa economia della penuria e a chi dallo scialacquo dell’abbondanza; e ch’egli aveva la beatitudine di poter scrivere trenta fogli allegramente di pianta, e la maledizione di volerli poi ridurre in tre soli, come a ogni modo, e con infinito sudore, faceva sempre».

xii

Ora dirò de’ suoi costumi esteriori. Vestiva da prete; non però assunse gli ordini sacri: e si faceva chiamare Didimo di nome, e Chierico di cognome; ma gli rincresceva sentirsi dar dell’«abate». Richiestone, mi rispose: — La fortuna m’avviò da fanciullo al chiericato; poi la natura mi ha deviato al sacerdozio: mi sarebbe rimorso l’andare innanzi, e vergogna il tornarmene addietro: e perché io tanto quanto disprezzo chi muta istituto di vita, mi porto in pace la mia tonsura e questo mio abito nero: cosí posso o ammogliarmi o aspirare ad un vescovato. — Gli chiesi a quale de’ due partiti s’appiglierebbe. Rispose: — Non ci ho pensato: a chi non ha patria non istà bene l’essere sacerdote né padre. — Fuor dell’uso de’ preti, compiacevasi della compagnia degli uomini militari. Viaggiando perpetuamente, desinava a tavola rotonda con persone di varie nazioni; e se taluno (com’oggi s’usa) professavasi cosmopolita, egli si rizzava senz’altro. S’addomesticava alle prime, benché con gli uomini cerimoniosi parlasse asciutto, ed a’ ricchi pareva altèro: evitava le sètte e le confraternite; e seppi che rifiutò due patenti accademiche. Usava per lo piú ne’ crocchi delle donne, però ch’ei le reputava «piú liberalmente dotate dalla natura di compassione e di pudore; due forze pacifiche, le quali — diceva Didimo — temprano sole tutte le altre forze guerriere del genere umano». Era volentieri ascoltato; né so dove trovasse materie, perché alle volte chiacchierava per tutta una sera, senza dire parola