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146 vii - viaggio sentimentale di yorick


e cercava il sonno di qua e di là; e mi voltava e smaniava, e mi rivoltava: suonò mezzanotte, e poi un’ora: la natura e la pazienza erano agli estremi: — O Gesú mio! — dissi.

— Avete rotto l’accordo — disse la signora, la quale anch’essa non aveva chiuso mezz’occhio. Le domandai tante e tante scuse, ripetendo tuttavia che la mia era una iaculatoria, né piú né meno; e la signora si puntigliava a rispondere ch’io aveva rotto irremissibilmente l’accordo; ed io le andava dicendo che no, e me ne appellava alla clausula dell’articolo terzo.

Ma, mentre la signora voleva vincere il suo punto, disarmava da per sé le proprie barriere; perché, nell’ardore del diverbio, mi giunse all’orecchio il tintinnio di tre o quattro spilloni, che, cascando sullo spazzo, lasciavano aperta una breccia nelle cortine.

— In buona fede, e sull’onor mio, signora mia, neppure per un diadema... — e stesi in via d’asserzione il mio braccio fuori del letto, e voleva dire che non avrei neppure minimamente peccato, quand’anche mi fosse promesso un diadema, contro al decoro. Se non che la cameriera, intendendo che si veniva a parole, e dubitando non si trascorresse alle ostilità, sbucò furtiva del suo stanzino, e brancicando alla meglio per quell’oscurissimo buio, penetrò chiotta chiotta nello stretto che separava i due letti, e si fé’ tanto innanzi che si trovò per l’appunto tra la signora e me; cosí... che la mia mano, sporgendosi stesa, pigliò la cameriera per...1

E Yorick continuava l’itinerario d’Italia; ma, essendosi, intorno alla fine del 1767, partito dal suo romitorio di Coxwould nella contea di Yorck, per dare alle stampe questo volume in Londra, vi morì dopo due mesi: né potè, com’egli aveva da piú anni desiderato, lasciare le sue ossa al camposanto della propria parrocchia con l’epitaffio:

ahi - povero - yorick

  1. L’aggiunta, che segue, è del F. [Ed.].