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lungo la francia e l'italia 143


E immediatamente pigliai possesso della mia stanza da letto: feci gran vampa di fuoco: chiesi da cena, e ringraziai la provvidenza che non mi avesse fatto capitar peggio, allorché soprarrivò la carrozza d’una signora con la sua cameriera.

L’ostessa, senza star molto sui convenevoli, le condusse nella mia camera, ch’era, a dir vero, la sola di tutto quell’alberghetto nella quale si potesse dormire. Ed entrando diceva loro, che non v’era nessuno, fuorché un gentiluomo inglese: ma che v’erano due buoni letti ed un altro nell’attiguo stanzino; e l’accento, con che raccomandava il letto dello stanzino, non pareva di buon augurio. Comunque fosse, l’ostessa diceva che v’erano tre persone e tre letti, e si riprometteva che il signore non avrebbe guastate le cose. Per non dar tempo a’ disegni della signora, dichiarai ch’io dal mio canto avrei fatto quel piú ch’io poteva.

Il che non importava l’assoluta rinunzia della mia camera; anzi volli adempiere a’ doveri dell’ospitalità, e pregai la signora che s’accomodasse, e la ripregai finché accettò la sedia prossima al fuoco; ordinai doppia legna, e mi raccomandai per cena piú larga alla ostessa, e perché ci favorisse una bottiglia del suo miglior vino.

La signora, rifocillatasi appena per cinque minuti, cominciò a torcere il collo, e riguardava i due letti; e di volta in volta i suoi sguardi tornavano piú perplessi; ed io era travagliato per essa e per me, poiché in pochissimo tempo quelle sue occhiate, e il caso in sé, mi mettevano in grande pensiero.

E l’avere a dormire in due letti d’una medesima stanza bastava ad angustiare l’anime nostre; ma la loro situazione (perché erano paralleli e divisi da sí angusto intervallo che al piú ci capiva una scranna di paglia) ci angustiava assai peggio. Inoltre, que’ letti non erano discosti dal fuoco, e lo sporto del camminetto da un lato, e dall’altro una trave massiccia, che attraversava la camera, gli appartavano in una specie di alcova assai dissonante da’ nostri pensieri. A tanti inconvenienti s’aggiungeva, purtroppo! la picciolezza de’ letti, insormontabile impedimento; talché fin anche il compenso che le due donne si