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lungo la francia e l'italia 117


né si lasciava scappar mai le occasioni: onde, per un verso o per l’altro, ma il come sappialo Dio, egli, quando andai pel mio passaporto, s’era dimesticato con una demoiselle sul ripiano dello scalone presso la soglia dell’appartamento; e, mentr’io attendeva a farmi benevolo il conte, La Fleur si giovò del tempo a farsi benevola la fanciulla. La famiglia doveva quel giorno venire in Parigi, e credo ch’egli avesse concertata già la brigata con essa e con due o tre altri di casa B*** sui boulevarts.

Popolo avventurato! tu almeno una volta la settimana dimentichi in comune gli affanni, e, tra i canti, le danze, i sollazzi, ti sgravi della pesantissima soma che va perpetuamente opprimendo Io spirito d’ogni altro popolo della terra1.

LVII

IL FRAMMENTO

PARIGI

E a me pure lasciava La Fleur, oltre ogni nostro patto e speranza, di che divertirmi per tutto quel giorno.

Recandomi a casa il burro sovra una foglia d’uvaspina in ora assai calda, e dovendo fare piú di tre passi, impetrò dal bottegaio un foglio di cartaccia da frammettere tra le foglie e la mano. Or come giunse, gli dissi che posasse ogni cosa a quel modo, da che si poteva far di meno del piatto; e ch’io me ne starei tutto il dí in casa: però mi facesse dal traiteur allestire da desinare, e se n’andasse con Dio, perch’io mi sarei a colazione servito da me.

  1. «L’allegria, amico mio, non va presa da burla. La è cosa seria, anzi la piú preziosa possessione dell’uomo: beato chi sa giovarsene! Ed è un secreto, questo, ch’io non ho potuto trovare nelle ricette tristamente prescritte dalla filosofia contro i morbi dell’anima. E credo e lo credo in coscienza, che Dio misericordioso, che ci creò, ami anch’esso la gioia, e che un uomo possa ridete, cantare e veder ballare, e guadagnarsi il paradiso... Lettere di Sterne.— E Yorick provò questa tesi a’ suoi parrocchiani nell’omelia che ha per titolo La casa del lutto e del piacere [F.].