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38 iv - seconda redazione delle


tuo e il tuo amore e l’ingrata tua patria e l’esilio e la povertá e la tua mente divina? E mi sono scompagnato dall’ombra tua piú deliberato e piú lieto.

Su l’albeggiare de’ 13 marzo smontò a’ colli Euganei, e spedí a Venezia Michele, gittandosi, stivalato com’era, subitamente a dormire. Io mi stava appunto con la madre di Iacopo, quand’ella, che prima di me si vide innanzi il ragazzo, chiese spaventata: — E mio figlio?— La lettera di Allessandria non era per anco arrivata, e Iacopo prevenne anche quella di Rimino. Noi ci pensavamo io ch’ei si fosse giá in Francia: perciò l’inaspettato ritorno del servo ci fu presentimento di fiere novelle. Ei narrava: — Il padrone è in campagna; non può scrivere, perché abbiamo viaggiato tutta notte; dormiva quand’io montava a cavallo. Vengo per avvertirvi che noi ripartiremo, e credo, da quel che gli ho udito dire, per Roma; se ben mi ricordo, per Roma, e poi per Ancona, dove ci imbarcheremo. Per altro il padrone sta bene; ed è quasi una settimana ch’io lo vedo piú sollevato. Mi disse che prima di partire verrá a salutarvi, e questa è la ragione per cui mi manda; anzi verrá qui domani l’altro, e forse domani. — Il servo parea lieto, ma il suo dire confuso accrebbe i nostri sospetti; né si acquetarono se non il giorno dietro, quando Iacopo scrisse, che ripartiva per l’isole giá venete, e che, temendo di non ritornare forse piú, veniva a rivederci e a ricevere la benedizione di sua madre. Questo biglietto andò smarrito.

Frattanto il giorno del suo arrivo, svegliatosi quattr’ore prima di sera, scese a passeggiare sino presso alla chiesa; tornò, si rivesti, e andò a casa T***. Seppe da un famigliare che da sei giorni erano tutti venuti da Padova, e che a momenti sarebbero tornati dal passeggio. Era quasi sera, e partí. Dopo alcuni passi scorse da lontano Teresa, che veniva con l’Isabellina per mano: dietro era il signore T*** con Odoardo. Iacopo fu preso da un tremito, e s’accostava vacillando. Teresa, appena il conobbe, gridò: — Eterno Iddio! — e, dando indietro mezza tramortita, si sostenne sul braccio del padre. Com’ei fu presso e che venne ravvisato da tutti, ella non gli disse piú parola: appena il signore T*** gli stese la mano, ed Odoardo lo salutò freddamente. Sola l’Isabellina gli corse addosso, e, mentre ei se la prendea su le braccia, ella lo baciava, e lo chiamava il «suo Iacopo», e si volgeva a Teresa mostrandolo;