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considerazione sesta 295


CONSIDERAZIONE SESTA

scavo del monte athos.

Verso 45. — Cicerone (De finib., ii, cap. 34) memora lo scavo dell’Athos; Diodoro Siculo (lib. xi), * Virgilio, in Culice, v. 30,* Properzio (lib. ii, eleg. 11, 20), Plinio (lib. iv, 10), Pomponio Mela (De sit. orb., lib. ii, 2), ed altri; oltre a questi versi di Callimaco, ed i due primi narratori Erodoto (lib. vii, 22) e Tucidide (lib. iv, cap. 109). Nondimeno i cementatori del poemetto tacciono: madama Dacier reca il testimonio di un viaggiatore del secolo xvi * (Observations de plusieurs singularités et choses remarquables trouvées en Grèce, Asie, Judée, Egypte etc., par Pierre Belon du Mans, Paris, 1583): * «Belonius tamen ait se numquam ulla vestigia divisionis in illo monte animadvertisse»; onde il Volpi, da buon gramatico, chiosa anch’egli: «De hac sive historia sive fabula» ecc.; e, dove ei ci annoia con le sue dissertazioni sull’abbici, di tanto fatto non degna di scrivere una parola. Fra gli antichi unico, ch’io mi sappia, è Giovenale, a cui sembra che Io scavo dell’Athos sia uno degli argomenti contro la fede della storia greca. Sat., x, v. 173:

                ... Creditiir olim
               velificatus Athos, et quidquid Graecia mendax
               audet in historia,
ecc

.

L’esame di questo fatto restituirá, spero, la fede dovuta a Tucidide.

Omero (Iliad., xiv, 229) e dopo lui Strabone (lib. i, poco dopo il principio), Mela (loc. cit.) e Stefano chiamano «tracio» il monte Athos, perché non era disgiunto dalla Tracia se non dal golfo strimonio. Piú ragionevolmente Plinio (lib. iv, 10) e Tolomeo, seguiti da’ moderni, lo ascrivono alla Macedonia, perché, sebbene le sia disgiunto a mezzogiorno dal golfo Singitico, tocca il suo continente per mezzo di una lingua di terra, che si prolunga dall’occidente del monte all’oriente della Macedonia. L’Athos era dunque una penisola, e tale è descritto nella Grecia antica tratta dal Sofiano (Tesoro gronoviano delle antichitá greche, vol. iv): né diverso è