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236 vi - commento alla «chioma di berenice»


dalla fatica, e quindi dallo studio di quella lingua e dall’amore del bello. Violando i testi per accumulare alla fine del libro tutti i tratti men verecondi, corrompono maggiormente la gioventú, perché le preparano uniti quei versi; mentre, per leggerli separati. avrebbe almeno dovuto scorrere tutto il libro. Ed il pessimo di costoro toccò a quel grande,

poeta e duca di color che sanno1.

V. Non molto dopo, pubblicando Giovannantonio Volpi, ancor giovinetto, le sue postille sopra i tre poeti2 osservò anche il nostro poemetto, lasciando a divedere ch’ella non era soma dalle sue spalle. Di che vergognando, stampò ventisette anni dopo quel suo commentario «copiosissimo»3, di cui tanto concetto corre per l’Italia, e tanto ne deve pur correre: poiché lo studio de’ classici è confinato ne’ seminari, e i libri, anziché alla dottrina, servono alla pompa delle biblioteche. Non ha nuova lezione il Volpi, né arcana dottrina che non sia tutta del Vossio; né le virtú sole, ma i vizi adotta del precettore. Lussureggia la mole del suo commento di citazioni importune, che prendono occasione non dalle viscere del soggetto, ma da nude parole. Piú pregio e men grido ha la sua esposizione alla satira decima di Giovenale. Se non che usando il Volpi di nitida latinitá, toglie il lettore dalla noia, a cui per amore degli antichi soggiace, leggendo i commenti oltramontani.

L’anno dopo, uscí un’edizione di Catullo, predicata «principe»4, perché si pretendea tratta da un codice allora trovato in Roma. Non mi è toccato di vedere l’edizione originale, né posso giudicare dell’esposizione. Ma ne possedo il testo di una elegante edizione schietta di note5, ove lo stampatore professa di seguire religiosamente la lezione del Corradino. Vedrai dalle varianti che

  1. Lucretius, ad usum Delphini, interprete Michael Fayo Societ. Ies.
  2. Patav., ap. Ioseph Corona, 1710.
  3. Patav., ap. Ioseph Cominum, 1737.
  4. C. Valerius Catullus in integrum restitutus critice Io Franc. Corradini de Alio, Venetiis, 1738, fol.
  5. Lugd. Batavor. (Paris, Coustelier), 12°. 1743.