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IV

COMMENTARI DELLA STORIA DI NAPOLI

[1803-4].

LIBRO SECONDO

frammento

Giunti i francesi a Napoli, aveano perduta la prima riputazione, tanto che continuavano ad esserne fautori soltanto chi volea vendicarsi o chi sperava signoria ed averi. Onde si videro correre licenziosamente armati i patriotti, affettando sovranitá. Oppressero questa licenza i francesi. Tornò la calma. Qualunque governo, dopo tante calamitá e dissensioni, soddisfaceva. Riempievansi le contrade d’uomini dabbene, giá chiusi in casa; baci; narrazioni de’ propri ed altrui casi, come dopo gravi pericoli: orazioni nelle chiese; né pareano stranieri esservi e conquistatori in cittá. Sparsesi Championnet permettere, compenso e coraggio ai soldati, il saccheggio; patriotti avere ricevuto biglietti di sicurezza. Moliterno ed altri capi placavano il generale. Non parer giusto la cittá, amica de’ francesi, che per altro faceali liberi, pagar la pena del furor pazzo de’ lazzaroni. Il sacco fu esentato con due milioni e mezzo [di] ducati alla sola cittá, e furon tutti contenti. Arcivescovo canta il Te Deum. Championnet lo ascolta con grande ceremonia, come col re. Moltitudine ama la devozione da’ francesi mostrata; Championnet donò un anello al santo, e distribuí danaro a’ lazzaroni, uscendo di chiesa. Aggiungi il Vesuvio da cinque anni quieto; apprensione perciò in cittá; perché il tardare facea lo scoppio veemente e rovinoso; quella sera fece una eruzione mite, dissipò i timori,