Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. II, 1913 – BEIC 1823663.djvu/158

152 notizia bibliografica


tanto in tanto acquistando piú vigore d’idee e meno entusiasmo1. Ei si sofferma con piú attenzione e con piú equitá sovra le umane cose, vede i dolori e i piaceri che somministrano; e quanto piú l’istinto della vita lo rieccita, per mezzo delle piú care passioni, a ricorrere alla memoria de’ piaceri goduti e alla speranza di goderne per l’avvenire, ei li delude con armi che parrebbero argomenti di mente fredda, se non si vedesse che sono gli antichi sentimenti, ma piú radicati e meno mobili del dolore, che gli si sono convertiti, com’ei dice, in natura. Cosí la disperazione, poiché ha cessato d’assalirlo con dei deliri, gli s’insinua tenace nella ragione e induce l’ingegno dell’uomo a combattere per farla trionfare2. Finalmente le nozze di Teresa gli strappano dal cuore la piú cara e la piú occulta lusinga, e rompono cosí l’ultime fila e le piú salde, con le quali l’istinto naturale lo teneva congiunto alla vita. Allora ei prescrive il modo, il luogo, l’ora del suicidio con la rassegnazione di chi lo aspettava come inevitabile. Allora, dopo «tante tempeste», incomincia e continua per venti giorni «a parlare» di quando in quando «pacatamente con la morte, e la morte con lui»3. Il fatto, che aveva sempre taciuto, dell’uomo ucciso, lo narra con profonda pietá, ma senza terror di rimorsi. L’ultima volta ch’ei potè piangere con Teresa ed ebbe da lei il ritratto, fu quasi smosso; ma scrisse ch’era «sacrificio piú che di sangue; tuttavia quello che era decretato, era decretato». Il desiderio, che ogni uomo morente ha di lasciare l’ultimo addio a quelli che abbandona per sempre, traspira alle volte da lui; nondimeno, ad onta del suo carattere incapace di dissimulazione, lo copre di un sorriso4. Il sentimento del poco spazio di vita che gli rimane, raduna in lui tutti i piú forti affetti dell’uomo. Ma o li elude con l’eloquenza della disperazione oramai vittoriosa, o li affronta con tutte le forze dell’anima sua. L’amore lo vorrebbe strascinare a vendette 5; e la natura lo alletta a piaceri, che promette a’ vi-

  1. Un celebre autore vivente diceva: «Chi potesse fare che la prima metá del libro di Werther e la seconda dell’Ortis componessero un solo romanzo, darebbe alla letteratura moderna un’opera inarrivabile». Breve esame, p. 51.
  2. Vedi la lunga lettera 19 febbraio [p. 29 sgg. di questo ii vol.].
  3. 5 marzo [rit:, ma inesatto: pp. 37-8 di questo ii vol.].
  4. Vedi la conversazione fra il signor T***, Odoardo e l’Ortis [p. 42 di questo ii vol., ma secondo la var. a p. 93].
  5. Vedi gli ultimi frammenti [p. 46 di questo ii vol.] e la lettera [a p. 53 di questo ii vol., in un passo che è, veramente, una var. di Z e L; cfr. p. 97].