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delle ultime lettere di iacopo ortis |
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uomo d’animo generoso non s’uccide per donnicciuole; molti fatti riducono quasi a regola che l’apparenza d’ingenua amabilitá e la pusillanimitá, che spesso acquista titolo di modestia, giustificano l’imprudenza, la vanitá e la tarda saviezza di molte giovani donne; finalmente nessun carattere forse e nessun autore avrebbe fatto risultare mai tanto effetto. E all’autore bastò: non si curò dell’analisi critica, che, scomponendo i lavori del genio, sa piú distruggerli che rifarli: non ha creduto numerosi i lettori che si offendono della natura volgare, e forse ebbe ragione. Ma la piú alta delle ragioni si è ch’egli offeriva un racconto di semplicissima tessitura a una nazione nuova in letteratura e insieme avvezza a romanzi complicatissimi; e tanto piú ha dovuto giovarsi di colpi che vanno piú addentro nel cuore dei piú. Che s’egli avesse temuto di rincrescere ai pochi, avrebbe perduto un altro di que’ colpi, e il piú fiero. Quando Carlotta consegna le pistole con le quali Werther deve ammazzarsi, e il marito le ordina di non indugiare, i lettori sanno che Alberto ignora lo stato di Werther, ma sanno altresí che Carlotta n’ha degl’indizi, e, non foss’altro, un tremendo presentimento 1. La veggono perplessa a pigliare e a dare quell’armi, e, nelle strette o di rivelare ogni cosa al marito, o di non tentare di salvare l’amante, consegna l’armi e non parla. Il suo silenzio muove a pietá molti lettori, perché lo ascrivono a necessaria rassegnazione; e muove all’ira quei pochi, che lo ascrivono al calcolo di tepido cuore. Fra questi i piú delicati, che hanno risentito ad uno ad uno in sé i moti interni di tutti i personaggi, veggono che la gelosia giusta del marito aveva avvilito Carlotta, che la tristezza di Werther l’aveva atterrita; che quindi, per liberarsi da questo orribile stato di vita, raccolse le forze naturalmente deboli e poche dell’anima sua a dare i consigli che sospinsero il giovine nel sepolcro; né essa aveva piú forze; e quell’avvilimento e quel terrore la rattenevano a invocare la pietá del marito per l’amante, a cui essa manda tremando quelle armi. E dicono: mentr’essa nel dare silenziosa quell’armi, muove a pietá mista a disprezzo; chi s’uccide con quell’armi, muove a pietá mista a sdegno. Che se avesse avuto piú compassione all’amante, piú rispetto alla propria fama, piú riguardi al vero riposo futuro di suo marito, piú
- ↑ Vedi lo stato di Carlotta, descritto in questa occasione a p. 299 dell’edizione tedesca sovra citata, ov’è detto che dal biglietto, che richiedea le pistole, «fu colpita come da un fulmine».