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Che importa che usi vocaboli antiquati, idiotismi toscani, locuzioni create da lui? Questa: «Tu m’hai inchiodata la disperazione nel cuore», qui è strana, a dir vero; ma la si vegga ove sta, e dopo di avere percorso le lettere precedenti: e allora, entrando nello stato di Iacopo, si sentirá la energia e non la stranezza di questa frase. La ruggine dell’antichitá in que’ vocaboli è emendata dall’evidenza, l’idiotismo dalla proprietá, la stranezza dalla necessitá, e le parole suonano sí forte dal cuore di chi le scriveva, che non ispiccano agli occhi, né s’ha tempo né sangue freddo da considerarle col microscopio grammaticale: e guai a chi, sgomentandosi di questo strumento nelle altrui mani, se ne serve un po’ troppo: sará senza critici, ma senza lettori. Che monta la spezzatura del periodo, se l’unitá del sentimento è sempre piena, intera, crescente? e la diversitá degli elementi, se tutti fanno una maniera sola, è coerente in ogni parte a se sola, ed è, nella sostanza e nelle forme, italiana?1. Non per altro è stile imitabile; perché né le passioni, né le azioni, né il modo di concepire d’un individuo è imitabile; e chi scriverá de’ libri secondando la propria natura, fará meno fatica e dará meno noia a’ lettori. Il discorso dell’Ortis, benché sia piú conciso, piú vario, piú aspro e piú cupo di quello del Werther2, è talvolta piú disteso e

  1. Il prof. G. Gasparo Orelli, che ne’ felici suoi esperimenti di traduzioni d’alcuni squarci del Machiavelli, e nell’opera Beyträge zur Geschtchte der italienischen Poesie, 2 Theile, Zürich, 1810, ha dato alla Germania una generale e insieme precisa idea della letteratura degl’italiani, ed è versatissimo nel loro idioma, parlando per incidenza dell’autore a cui (vedi l’appendice al paragrafo vii) s’ascrivono le Ultime lettere, disse: «Questo scrittore è chiamato dalla natura a padroneggiare la sua lingua e ad ispirarle, con modi tutti propri a lui solo, e nulladimeno tutti conformi all’intima natura di essa, una nuova vita. Egli tiene il giusto tra il francesismo scientifico de’ toscani d’oggi e il toscanismo pedantesco imparato da’ lombardi sulle grammatiche; due vizi, che, mentre oggi in Italia combattono con armi diverse a chi vincerá, s’agguerriscono piú ostinatamente a disertare la lingua».
  2. «Goethe’s Leiden des jungen Werthers sind deswegen so hinreissend für Leser von alien Altern und Ständen, weil der Held dieser Dichlung nicht die Sprache eines Schriftstellers, sondern die ganz einfache eines Liebhabers führt. Seine Leidenschaft ist zu stark, urn den Ausdruck derselben in rhetorischen Figuren zu verschwemmen, oder vielmehr ist seine Liebe zu rein, um nach den Flitterstaat schöner Worte zu haschen» (Il signor Goethe ha chiamato a quel libretto lettori d’ogni ceto, d’ogni mente, d’ogni opinione ed etá, perché quella eloquenza non è d’autore, ma d’innamorato, e di tal amore da non affogare con figure rettoriche i suoi pensieri: né una passione sí ingenua può andar a caccia d’orpelli, di raffinatezze, e d’abbellimenti) H. H. Füssli. L’ingenuitá d’uno stile, che ritrae al vivo la fisonomia d’una