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80 | ii - ultime lettere di iacopo ortis |
LETTERA II
7 settembre.
Quand’io dopo un lungo passeggio mi bagno la fronte al rio piú vicino e mi sdraio all’ombra d’un gelso, gustando del piacere di far nulla..., io medito su’ miei giorni passati e li piango quasi perduti. E in veritá, che di poche mie azioni non posso dire: «avrei potuto far meglio».
Ma il passato è perduto; e il futuro? Forse non giungerá sino a me. A che dunque divorare il presente, rattristandomi di mali irreparabili o ignoti?
Ti ringrazio delle tue cure per mia madre: ella mi scrive che le sei necessario; e certo che ha d’uopo di consolazione.
Puoi tu scordare quand’ella, baciandomi e bagnandomi il volto di lagrime, mi benedisse, mi strinse al suo petto, mi abbandonò e mi ristrinse? Giá consigliavami di partire e proferiva l’ultimo addio...; e allora pur afferrava il lembo della mia veste e s’abbandonava fra le mie braccia gemendo.
O mio Lorenzo! io non ho la pace che sperava dalla solitudine.
LETTERA III
8 settembre.
Ti giuro che non ho dimenticato la tua lettera in tasca per bizzarria di dimenticarla o per fare a mio modo, ma perché infatti non me ne sono piú ricordato. La casa della tua amica, alla quale è diretta, è discosta due miglia, la stagione non s’è rinfrescata: a che dunque prendersi tanta briga? Una nuova conoscenza con una donna, alla quale non dovrei fare che delle visite, non è poi l’affare di sì grande importanza da non potersi differire a due giorni.