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viii - istruzioni politico-morali 59


III

Quantunque sia stato l’areopago spogliato di tutte le sue funzioni risguardanti i costumi dalle fazioni popolari, condotte, come si disse, da Pericle, egli non aveva perduto né la sua reputazione né la sua integritá. Eccone un esempio tratto da Eschine oratore, nell’Aringa intorno a Timarco.

S’era raunata l’assemblea generale per decidere sopra un progetto di un cittadino per nome Timarco, che poco tempo dopo fu proscritto pe’ suoi corrotti costumi. Antiloco areopagita usò della parola in nome del suo corpo. Questo senatore, educato nella semplicitá degli antichi costumi, ignorava l’indegno uso, che tuttodí si faceva nella conversazione, de’ termini piú usitati: gli sfuggí un’espressione che, stornata dal suo vero senso, poteva alludere alla vita dissoluta di Timarco. Gli assistenti applaudirono, e Antiloco prese un piú severo contegno. Dopo qualche silenzio si volle continuare; ma il popolo, appiccando alle piú innocenti parole un’interpretazione maligna, non cessò di interromperlo con un tumulto di applausi e di rise smodati. Allora un cittadino, alzatosi, disse: — Non arrossite, ateniesi, di sfrenarvi a simili eccessi al cospetto degli areopaghi? — Il popolo rispose ch’ei conosceva le convenienze dovute alla maestá di quel magistrato, ma vi erano delle circostanze nelle quali il rispetto non poteva contenersi ne’ limiti. Quanta virtú non ci voleva onde stabilire e confermare una sí alta opinione negli animi di un popolo corrotto come quello d’Atene! Ci si permetta un’osservazione sulle autoritá costituite della nostra repubblica. Sono elleno le persone le piú dabbene? potrebbero sottostare a un esame rigoroso, pari a quello degli areopaghi? Credo che no. Ed io non pretendo accusare le autoritá costituite attuali.

I loro costumi sono gli avanzi della tirannide, che ci corrompeva e ci avviliva, per opprimerci con piú forza e con meno di resistenza dalla parte degli oppressi. Ma vorrei che le autoritá costituite si ponessero in capo una volta per sempre e se lo scrivessero nel loro cuore, che i figli, ad onta della buona educazione,