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v - sul «bonaparte in italia» di f. gianni 31


usurpazioni e i delitti. Roma si ridesta e s’arma per avventarsi furibonda contro il suo despota. I sacerdoti le porgono il calice dell’impostura: ella sel beve, e ricade nel suo letargo.

Ognun vede che questi primi canti non offrono la maestá propria dell’epopeia, né la corrispondenza che forma quella parte di bello consistente nell’unitá. Tuttoché vi si scorga somma e robusta immaginazione, pare che il poeta non siasi lanciato nel centro e, per cosí dire, nella sostanza del soggetto, soffermandosi sulle parti accessorie, che sempre raffreddano o per lo meno rendono impaziente il lettore per la conoscenza del principio, del progresso e del termine dell’argomento. Sennonché il nostro giudizio cadrebbe, ove l’autore eseguisse in altri novantacinque canti ciò che noi, forse indiscretamente, vorremmo esigere dai primi cinque...