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ultime lettere di jacopo ortis 329


Niuno sa quale segreto sta sepolto qui dentro; e questo sudore freddo improvviso, e questo arretrarmi, e il lamento che tutte le sere vien di sotterra e mi chiama, e quel cadavere...

Spunta appena il giorno, ed io sto per partire. Da quanto tempo l’aurora mi trova sempre in un sonno da infermo! La notte non trovo mai posa. Poco fa io spalancava gli occhi, urlando, guatandomi intorno, come se mi vedessi sul capo il manigoldo. Io sento nello svegliarmi certi terrori, simile a quegli sciagurati che hanno le mani calde di delitto. Addio, addio. Parto, e ognor piú lontano. Ti scriverò da Bologna dentr’oggi. Ringrazia mia madre. Pregala perché benedica il suo povero figliuolo. S’ella sapesse tutto il mio stato! Ma taci; su le sue piaghe non aprire un’altra piaga.