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324 iv - seconda edizione delle


proprie case, manomessi dagli sgherri, trascinati a’ confini e abbandonati alla ventura, senza l’addio de’ congiunti e destituti d’ogni umano soccorso. Per alcuni pochi l’esilio scevro da questi modi violenti ed infami fu somma clemenza. Ed io pure, tardo ma S non ultimo martire, vo da piú mesi profugo per l’Italia, volgendo senza niuna speranza gli occhi lagrimosi alle sponde della mia patria. Quind’io allora, tremante anche per la sicurezza di Iacopo, persuasi sua madre, quantunque desolata, a scrivergli perché sino a tempi migliori cercasse asilo in qualche altro paese; tanto piú che, quando ei lasciò Padova, le si scusò allegando gli stessi timori. Fu affidata la lettera a un servo, il quale giunse a’ colli Euganei la sera de’ 15 luglio, e trovò Iacopo ancora a letto, sebbene migliorato d’assai. Gli sedeva presso il padre di Teresa. Lesse la lettera sommessamente, e la posò sul guanciale: poco dopo la rilesse assai commosso, ma non ne parlò.

Il di 19 s’alzò. In quel giorno stesso sua madre gli riscrisse, inviandogli danari, due cambiali, e parecchie commendatizie, e scongiurandolo per le viscere di Dio perch’ei partisse. Quel dopo pranzo andò da Teresa; e non trovò che l’Isabellina, la quale tutta intenerita contò ch’ei s’assise muto, s’alzò, la baciò e discese. Tornò dopo un’ora, e salendo le scale la incontrò di nuovo; e se la strinse al petto, la baciò piú volte e la bagnò di lagrime: si pose a scrivere, cangiò parecchi fogli, e li stracciò poi tutti. Si aggirò pensieroso per l’orto. Un servo, passandovi su rimbrunire, lo vide sdraiato: ripassando, lo trovò ritto su la porta in atto d’uscire, e con la testa rivolta attentamente verso la casa, ch’era battuta dalla luna.

Tornato a casa, rimandò il messo, rispondendo a sua madre che domani all’alba partiva.Fece ordinare i cavalli alla posta piú vicina: prima di coricarsi, scrisse la lettera seguente per Teresa e la consegnò all’ortolano. All’alba partí.

dore 9.

Perdonami, Teresa: io ho funestato i tuoi giorni e la pace della tua famiglia; ma fuggirò... sí! Io non credeva di avere tanta costanza. Ti posso lasciare senza morir di dolore a’ tuoi piedi, e non è poco: usiamo di questo momento, sinché il cuore mi regge e la ragione non mi abbandona affatto. Ma la mia