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ultime lettere di jacopo ortis 319


si cacciò fra gli alberi e sparí. Odoardo si dolse di questo contegno col padre di Teresa, il quale giá incominciava a travedere la passione di Iacopo.

Teresa, dotata di una indole meno risentita, ma passionata ed ingenua, propensa a una affettuosa malinconia, priva nella solitudine d’ogni altro amico di cuore, nell’etá in cui parla in noi la dolce necessitá di amare e di essere riamati, incominciò a confidare a Iacopo la sua anima, e a poco a poco se ne innamorò: ma non osava confessarlo a se stessa; e dopo la sera di quel bacio fatale viveva riservata, sfuggendo l’amante e tremando alla presenza del padre. Allontanata da sua madre, senza consiglio e senza conforto, atterrita del suo stato futuro e combattuta dalla virtú e dall’amore, divenne solitaria, non parlava quasi mai, leggeva sempre, trascurava e il disegno e la sua arpa e il suo abbigliamento, e fu spesso sorpresa dai famigliari con le lagrime agli occhi. Sfuggiva la compagnia delle giovinette sue amiche, che a primavera villeggiavano a’ colli Euganei; e, dileguandosi a tutti e alla sua stessa sorellina, sedeva molte ore ne’ luoghi piú ombrosi del suo giardino. Regnava quindi in quella casa un silenzio e una certa diffidenza, che turbarono lo sposo, trafitto anche dai modi sdegnosi di Iacopo, incapace di simulazione. Naturalmente parlava con enfasi; e, sebbene conversando fosse taciturno, fra’ suoi pochi amici era loquace, pronto al riso e ad una allegria schietta, eccessiva. Ma in que’ giorni le sue parole ed ogni suo atto erano veementi e amari come la sua anima. Instigato una sera da Odoardo, che giustificava il trattato di Campoformio, si pose a disputare, a gridare come un invasato, a minacciare, a percuotersi la testa e a piangere d’ira. Avea sempre un’aria assoluta; ma il signore T*** mi raccontava ch’egli allora o stava sepolto ne’ suoi pensieri, o, se discorreva, s’infiammava d’improvviso, i suoi occhi metteano paura, e talvolta fra il discorso gli abbassava inondati di pianto. Odoardo si fe’ piú circospetto, e sospettò la cagione del cangiamento di Iacopo.

Cosí passò tutto giugno. Il povero giovine diveniva ognora piú tetro ed infermo; né scriveva piú alla sua famiglia, né rispondeva alle mie lettere. Spesso fu veduto da’ contadini cavalcare a briglia sciolta per luoghi scoscesi, e in mezzo alle fratte, e a traverso de’ fossi; ed è maraviglia com’ei non sia pericolato. Una mattina il pittore, stando a ritrarre la prospettiva de’ monti, udí la sua voce fra il bosco: gli si accostò di soppiatto, e intese ch’ei declamava