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318 iv - seconda edizione delle


Guardo le piante ch’una volta scansava di calpestare, e mi arresto sovr’esse e le strappo e le sfioro, girandole fra la polvere rapita dai venti. Gemesse con me l’universo!

Sono uscito assai prima del sole, e, correndo attraverso de’ solchi, cercava nella stanchezza del corpo qualche sopore a quest’anima tempestosa. La mia fronte era tutta sudore, e il mio petto ansava con difficile anelito. Soffia il vento della notte e mi scompiglia le chiome ed agghiaccia il sudore che grondavano dalle guance. Oh! da quell’ora mi sento per tutte le membra un brivido, le mani fredde, le labbra livide e gli occhi erranti fra le nuvole della morte.

Almeno costei non mi perseguitasse con la sua immagine, ovunque io vada, a piantarmisi faccia a faccia... Perch’ella, o Lorenzo, perch’ella mi muove qui dentro un terrore, una disperazione, una rabbia, una gran guerra... E medito talor di rapirla e di strascinarla con me nei deserti, lungi dalla prepotenza degli uomini. Ahi sciagurato! Mi percuoto la fronte e bestemmio. Partirò, partirò.


LORENZO A CHI LEGGE

Tu forse, o lettore, sei divenuto amico dell’infelice Iacopo, e brami di sapere la storia della sua passione; onde io, per narrartela, andrò di qui innanzi interrompendo la serie di queste lettere.

La morte di Lauretta accrebbe la sua malinconia, fatta ancora piú nera per l’imminente ritorno di Odoardo. Dimagrato, sparuto, con gli occhi incavati, ma spalancati e pensosi, la voce cupa, i passi tardi, andava per lo piú inferraiuolato, senza cappello, e con le chiome giú per la faccia; vegliava le notti intere girando le campagne, e il giorno fu spesso veduto dormire sotto qualche albero.

In questa, tornò Odoardo in compagnia di un giovine pittore che ripatriava da Roma. Quel giorno stesso incontrarono Iacopo. Odoardo gli si fe’ incontro abbracciandolo; Iacopo quasi sbigottito si arretrò. Il pittore gli disse che, avendo udito a parlare di lui e dei suoi talenti, da gran tempo bramava di conoscerlo. Ei lo interruppe: — Io? sono un infelice... — si ravvolse nel suo tabarro,