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306 iv - seconda edizione delle


tutti gl’ingegni sovrumani, hanno investito la mia immaginazione ed infiammato il mio cuore: ho bagnato di caldissime lagrime i loro versi, e ho adorato le loro ombre divine, come se le vedessi assise su le vòlte eccelse che sovrastano l’universo a dominare l’eternitá. Pure gli originali che mi vedo davanti mi riempiono tutte le potenze dell’anima; e non oserei, Lorenzo, non oserei, s’anche si trasfondesse in me Michelangelo, tirarne le prime linee. Sommo Iddio! quando tu miri una sera di primavera, ti compiaci forse della tua creazione? Tu mi hai versato, per consolarmi, una fonte inesausta di piacere, ed io l’ho guardata sovente con indifferenza. Su la cima del monte indorato dai pacifici raggi del sole che va mancando, io mi veggo accerchiato da una catena di colli, sui quali ondeggiano le messi e si scuotono le viti, sostenute in ricchi festoni dagli ulivi e dagli olmi: le balze e i gioghi lontani van sempre crescendo, come se gli uni fossero imposti sugli altri. Di sotto a me le coste del monte sono spaccate in burroni infecondi, fra i quali si vedono offuscarsi le ombre della sera, che a poco a poco s’innalzano: il fondo oscuro e orribile sembra la bocca di una voragine. Nella falda del mezzogiorno l’aria è signoreggiata dal bosco, che sovrasta e offusca la valle, dove pascono al fresco le pecore, e pendono dall’erta le capre svagate. Cantano flebilmente gli uccelli, come se piangessero il giorno che muore, mugghiano le giovenche, e il vento pare che si compiaccia del susurrar delle fronde. Ma da settentrione si dividono i colli e s’apre all’occhio una interminabile pianura: si distinguono ne’ campi vicini i buoi che tornano a casa; lo stanco agricoltore li siegue appoggiato al suo bastone; e, mentre le madri e le mogli apparecchiano la cena all’affaticata famigliuola, fumano le lontane ville ancor biancicanti e le capanne disperse per la campagna. I pastori mungono il gregge, e la vecchierella, che stava filando su la porta dell’ovile, abbandona il lavoro e va carezzando e fregando il torello e gli agnelletti, che belano intorno alle loro madri. La vista intanto si va dilungando, e, dopo lunghissime file di alberi e di campi, termina nell’orizzonte, dove tutto si minora e si confonde. Lancia il sole partendo pochi raggi, come se quelli