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292 iv - seconda edizione delle


chiamar mio. Niuno, fuori di me, ne sa il luogo. L’ho coperta di folti rosai, i quali fioriscono come un giorno fioriva il suo volto e diffondono la fragranza soave che spirava il suo seno. Ogni anno nel mese delle rose io visito il sacro boschetto. Siedo su quel cumulo di terra, che serba le sue ossa; colgo una rosa, e sto meditando: — Tal tu fiorivi un dí! — E sfoglio quella rosa, e la sparpaglio, e mi rammento quel dolce sogno de’ nostri amori. O mia Gliceria, ove tu sei? Una lagrima cade su l’erba che spunta su la sua sepoltura, e appaga l’ombra amorosa».

Tacqui. — Perché non leggete? — diss’ella, sospirando e guardandomi. Io rileggeva; e, tornando a proferir nuovamente: «Tal tu fiorivi un dí!», la mia voce soffocata si arresta: una lagrima di Teresa gronda su la mia mano, che stringe la sua.

17 aprile.

Ti risovviene di quella giovinetta che, quattro anni fa. villeggiava appiè di queste colline? Era ella innamorata del nostro Olivo P***; e tu sai ch’egli, impoverito, non potè piú averla in isposa. Oggi io l’ho riveduta maritata a un nobile, parente della famiglia T***. Passando per le sue possessioni, venne a visitare Teresa. Io sedeva per terra attento all’esemplare della mia Isabellina, che scrivea l’abbiccí sopra una sedia. Com’io la vidi, m’alzai correndole incontro, quasi quasi per abbracciarla... Quanto diversa! Contegnosa, affettata, stentò pria di conoscermi e poi fece le maraviglie, masticando un complimentuccio mezzo a me, mezzo a Teresa; ed io scommetto ch’ella lo aveva imparato a memoria, e che la mia vista non preveduta l’ha sconcertata. Ma cinguettò e di gioielli e di nastri e di vezzi e di cuffie. Nauseato io di sí fatte frascherie, tentai il suo cuore, rammentandole queste campagne e que’ giorni beati. — Ah, ah! — rispose sbadatamente, e prosegui ad anatomizzare l’oltramontano «travaglio» de’ suoi orecchini. Il marito frattanto (perché egli fra il «popolone de’pigmei» ha scroccato fama di «savant», come l’Algarotti e il***), gemmando il pretto parlare toscano di mille frasi francesi, magnificava il prezzo di quelle inezie