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286 iv - seconda edizione delle


fossero armati, sarebbero stati vinti forse, non mai traditi; e se si fossero difesi sino all’ultimo sangue, né i vincitori avrebbero potuto venderli, né i vinti si sarebbero attentati di comperarli. Se non che moltissimi de’ nostri presumono che la libertá si possa comperare a danaro; presumono che le nazioni straniere vengano per amore dell’equitá a trucidarsi scambievolmente su’ nostri campi, onde liberare l’Italia! Ma i francesi, che hanno fatto parere esecrabile la divina teoria della pubblica libertá, faranno da Timoleoni in pro nostro?... Moltissimi intanto si fidano nel giovine Eroe, nato di sangue italiano, nato dove si parla il nostro idioma. Io da un animo basso e crudele non m’aspetterò mai cosa utile ed alta per noi. Che importa ch’abbia il vigore e fremito del leone, se ha la mente volpina e se ne compiace? Si, «basso e crudele»...; né gli epiteti sono esagerati. A che non ha egli venduto Venezia con aperta e generosa ferocia? Selim primo, che fece scannare sul Nilo trentamila guerrieri circassi arresisi alla sua fede, e Nadir Sellali, che nel nostro secolo trucidò trecentomila indiani, sono piú atroci, bensí meno spregevoli. Vidi con gli occhi miei una costituzione democratica postillata dal giovine Eroe, postillata di mano sua, e mandata da Passeriano a Venezia perché s’accettasse; e il trattato di Campoformio era giá da piú giorni firmato e Venezia era trafficata; e la fiducia, che l’Eroe nutriva in noi tutti, ha riempito l’Italia di proscrizioni, d’emigrazioni e d’esili. Non accuso la ragione di Stato, che vende come branchi di pecore le nazioni; cosí fu sempre e cosí sará: piango la patria mia,

che mi fu tolta, e il modo ancor m’offende1.

— Nasce italiano, e soccorrerá un giorno alla patria. — Altri sel creda: io risposi e risponderò sempre: — La natura lo ha creato tiranno; e il tiranno non guarda a patria, e non l’ha. —

Alcuni altri de’nostri, veggendo le piaghe d’Italia, vanno pur predicando doversi sanarle co’ rimedi estremi, necessari alla

  1. Dante, Inf., c. v.