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iv - seconda edizione delle |
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con tanta enfasi: ma dappertutto ho trovato volgo di nobili,
volgo di letterati, volgo di belle; e tutti sciocchi, bassi, maligni; tutti. Mi sono intanto sfuggiti que’ pochi, che, vivendo negletti fra il popolo e meditando nella solitudine, serbano rilevati
i caratteri della loro indole non ancora strofinata. Intanto
io correva di qua, di lá, di su, di giú, come le anime de’
scioperati cacciate da Dante alle porte dell’inferno, non reputandole degne di stare fra’ perfetti dannati. In tutto un anno
sai tu che raccolsi? Ciance, vitupèri e noia mortale. E qui,
dond’io guardava il passato tremando e mi rassicurava credendomi in porto, il demonio mi strascina a sí fatti malanni. Onde
tu vedi ch’io debbo drizzar gli occhi miei al raggio di salute
che il caso propizio mi ha presentato. Ma ti scongiuro, risparmia
il solito sermone: — Iacopo, Iacopo! questa tua indocilitá ti fa
divenire misantropo. — E’ ti pare che, se odiassi gli uomini, mi
dorrei, come fo, de’ lor vizi? Tuttavia, poiché non so riderne e
temo di rovinare, io stimo migliore partito la ritirata. E chi mi
affida dall’odio di questa razza d’uomini tanto da me diversa?
Né giova disputare onde scoprire per chi stia la ragione: non
lo so, né la pretendo tutta per me. Quello che importa si è
(e tu in ciò sei d’accordo) che questa indole mia schietta, salda,
leale, o piuttosto ineducata, caparbia, imprudente, e la religiosa
etichetta, che veste d’una stessa divisa tutti gli esterni costumi di
costoro, non si confanno; e davvero io non mi sento in umore
di cangiar abito. Per me dunque è disperata perfino la tregua,
anz’io sono in aperta guerra, e la sconfitta è imminente, poiché non so neppure combattere con la maschera della dissimulazione, «virtú» d’assai credito e di maggiore profitto. Ve’ la
gran presunzione! Io mi reputo meno brutto degli altri, e sdegno
perciò di contraffarmi; anzi, buono o reo ch’io mi sia, ho la generositá o, di’ pure, la sfrontatezza di presentarmi nudo, e quasi
quasi come la madre natura mi ha fatto. Che se talvolta io
dico a me stesso: — Pensi tu che la veritá in bocca tua sia men
temeraria? — io da ciò ne desumo che sarei matto, se, avendo
trovato nella mia solitudine la tranquillitá de’ beati, i quali s’imparadisano nella contemplazione del sommo bene, io, «per...