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ultime lettere di jacopo ortis 265


la loro opacitá maestosa faceano contrapposto all’ameno verde de’ pioppi. Tratto tratto le due file d’alberi opposti erano congiunte da vari rami di vite selvatica, i quali incurvandosi formavano altrettanti festoni mollemente agitati dal vento. Teresa allora, soffermandosi e guardando d’intorno: — Oh, quante volte — proruppe — mi sono adagiata su queste erbe e sotto l’ombra freschissima di queste querce! Io veniva sovente l’estate passata con mia madre. — Tacque, e si rivolse indietro, dicendo di volere aspettare la Isabellina, che ci stava pochi passi lontana; ma io m’accorsi ch’ella m’avea lasciato per nascondere io le lagrime che le innondavano gli occhi e che non poteva piú rattenere. — E dov’è — le diss’io — vostra madre? — Da piú settimane vive a Padova con sua sorella; vive lontana da noi, e forse per sempre! Mio padre l’amava; ma, dopo la sua ostinazione di volermi dare un marito ch’io non posso amare, la concordia è sparita dalla nostra famiglia. La mia povera madre, dopo essersi opposta invano a questo matrimonio, s’è allontanata per non aver parte alla mia eterna infelicitá. Io intanto sono abbandonata da tutti! Ho promesso a mio padre, e non voglio disubbidirlo; ma e’ mi duole ancor piú che per mia cagione la nostra famiglia sia cosí disunita: per me, pazienza! — Le lagrime le pioveano dagli occhi. — Perdonate — soggiunse: — io avea bisogno di sfogare questo mio cuore angosciato. Non posso né scrivere a mia madre, né avere mai sue lettere. Mio padre, fiero e assoluto nelle sue risoluzioni, non vuole sentirsela nominare: egli mi va sempre replicando ch’ella è la sua e la mia peggiore nemica. Ma io sento che non amo e non amerò mai questo sposo, col quale mio padre pretende... — Immagina, o Lorenzo, in quel momento il mio stato. Io non sapeva né confortarla, né risponderle, né consigliarla. — Per caritá! — ripigliò — non mi tradite, ve ne scongiuro: io mi sono fidata di voi: il bisogno di trovare chi sia capace di compiangermi..., una simpatia..., io non ho che voi solo. — O angelo! sí sí! potessi io piangere per sempre e risparmiarti cosí le tue lagrime! Questa mia misera vita è tua, tutta: io te la consacro, e la consacro alla tua felicitá!