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ultime lettere di jacopo ortis |
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la loro opacitá maestosa faceano contrapposto all’ameno verde de’ pioppi. Tratto tratto le due file d’alberi opposti erano congiunte da vari rami di vite selvatica, i quali incurvandosi formavano altrettanti festoni mollemente agitati dal vento. Teresa
allora, soffermandosi e guardando d’intorno: — Oh, quante volte — proruppe — mi sono adagiata su queste erbe e sotto l’ombra freschissima di queste querce! Io veniva sovente l’estate passata con mia madre. — Tacque, e si rivolse indietro, dicendo di volere aspettare la Isabellina, che ci stava pochi passi lontana; ma io m’accorsi ch’ella m’avea lasciato per nascondere io le lagrime che le innondavano gli occhi e che non poteva piú rattenere. — E dov’è — le diss’io — vostra madre? — Da piú settimane vive a Padova con sua sorella; vive lontana da noi,
e forse per sempre! Mio padre l’amava; ma, dopo la sua ostinazione di volermi dare un marito ch’io non posso amare, la concordia è sparita dalla nostra famiglia. La mia povera madre, dopo essersi opposta invano a questo matrimonio, s’è allontanata per non aver parte alla mia eterna infelicitá. Io intanto sono abbandonata da tutti! Ho promesso a mio padre, e non
voglio disubbidirlo; ma e’ mi duole ancor piú che per mia cagione la nostra famiglia sia cosí disunita: per me, pazienza! — Le lagrime le pioveano dagli occhi. — Perdonate — soggiunse: — io avea bisogno di sfogare questo mio cuore angosciato. Non posso né scrivere a mia madre, né avere mai sue lettere. Mio padre,
fiero e assoluto nelle sue risoluzioni, non vuole sentirsela nominare: egli mi va sempre replicando ch’ella è la sua e la mia peggiore nemica. Ma io sento che non amo e non amerò mai questo sposo, col quale mio padre pretende... — Immagina, o
Lorenzo, in quel momento il mio stato. Io non sapeva né confortarla, né risponderle, né consigliarla. — Per caritá! — ripigliò — non mi tradite, ve ne scongiuro: io mi sono fidata di voi: il bisogno di trovare chi sia capace di compiangermi..., una simpatia..., io non ho che voi solo. — O angelo! sí sí! potessi io piangere per sempre e risparmiarti cosí le tue lagrime!
Questa mia misera vita è tua, tutta: io te la consacro, e la consacro alla tua felicitá!