Pagina:Foscolo, Ugo – Prose, Vol. I, 1912 – BEIC 1822978.djvu/206

200 memorie sulla storia di teresa


LETTERA IV

5 agosto.

Fremi! Il delitto trionfa e la virtú giace oppressa. Odoardo, questa mattina, è stato còlto dai sgherri... qui... in questa casa... sotto gli occhi di Teresa..., e condotto villanamente nelle carceri. Tanto può lo spirito di vendetta! Oh razza umana!

Non ti narro le strida di Teresa e le orride convulsioni. Tentava di balzar giú dal letto, e, inginocchiandosi sulla sponda del medesimo, colle man giunte pregava e scongiurava la pietá di quei pochi satelliti. Pietá? Appena la guardavano trucemente, e non rispondevano. Che amplessi, amica, quai baci e quante lagrime e lamenti!... Si dividono alfine con un addio... Enrichetta, io bagno di pianto questa carta, né so piú scriverti. Corri, vola fra le braccia di Teresa..., o forse! Tu m’intendi!....

LETTERA V

15 agosto.

Ah! rimanti, Enrichetta, rimanti. Tu qui non verresti che troppo..., sií, troppo tardi. E vedranno adunque questi occhi un’altra scena lugubre, meno orribile, è vero, ma forse piú dolorosa e lagrimevole di quella di Iacopo!... Sia pur cosí! Ma tu certo affannosa mi domandi..., piangi... e giá prevedi la mia crudele risposta. Oh, dolce Enrichetta! Coraggio! Il ciel alfine si è mosso a pietá della sventurata Teresa..., egli la vuol render contenta..., ei te la toglie; e tu volontieri non gliela doni e consacri? Qual altra cosa è la vita se non un sogno, un inganno? Noi sciagurati! ci trasciniamo continuamente nel vortice di tutte le passioni, framezzo ad infinite noie e tormenti, colla speranza d’un bene, che sempre ci fugge, o, se arriva, è un rapido lampo, che ci lascia piú tristi ed infelici di prima!

La disgrazia d’Odoardo ha dato l’ultimo crollo alla salute di Teresa. Da quel momento non ebbe un’ora sola di riposo. Or con una debole voce chiama per nome il suo sposo, alza la testa come per vederlo, e poi la china sul guanciale con un forte sospiro. Or le par di mirare l’ombra dell’estinto giovanetto. So ben dirti che