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156 ii - vera storia di due amanti infelici


un seno cosí candido, cosí ricolmo e vezzoso... E quella bocca di rose, la bocca di Teresa! vagamente congiunta ai labbri infocati dell’amante... Il caldo sudore che traspirò da tutta la di lui fronte aggricciata e impallidita, l’umida fiamma che li tralucea fuori degli occhi, le veementi battute del suo cuore, gl’intorbidarono la vista, i sensi e l’intelletto (ah! egli abbracciava un angelo di beltá!)... Non vede, non ode piú nulla. Ansante, tremante e quasi furioso, s’abbandona sopra la bella, scolorita Teresa. La copre tutta di baci, di lagrime e di sospiri... Se la stringeva forte al suo seno, la ribaciava, raccoglieva anelante i sospiri su la sua bocca; e quelle socchiuse pupille, e quel vago labbro, e quel seno ignudo, e quella... Stavasi per cominciare l’atroce attentato. — Iacopo! Iacopo! — dimenando essa furiosa le braccia, gridava, ululava... L’onore, la virtú, il cielo le avevano spirata la forza e la voce. Egli non udiva. La passione gli ribolliva tutta nelle vene; a lunghi sorsi beveva il piacere; non vedea, non concepiva che i moti dell’amore e della voluttá. Ma troppo debole per altro, e troppo agitato da un continuo tremore e dalla furente passione, indarno faceva forza e tentava, ché, sempre fieramente respinto, soltanto ricadea sudante, abbracciato e boccone sopra di lei. Alfine, mossa da prodigioso coraggio: — Lasciami, o scellerato, e trema — con un tuono terribile di voce gli gridò; e, strappandosi con tutta forza dalle sue braccia, si spiccò rapidamente dal suo fianco, e, palpitante e affannosa correndo verso il cancello, irata e fiera: — Addio per sempre..., Iacopo, per sempre! — esclamò: poi, volgendosi addietro, poi riguardandolo con occhio tenero e dolente: — Addio per sempre — gli replicò, e gli sparí dalla vista.

Iacopo, stupido, immoto, allungava ancora le mani in atto di abbracciarla; pendea colla bocca anelante, come se la baciasse; piú volte stese le braccia, per stringerla; e l’infelice non strinse che un’ombra, che un vento..., nulla! Si riscosse dopo lung’ora dal funesto sogno, e, divorando cogli occhi ora qua or lá i luoghi piú riposti e folti del giardino, disperatamente si alzò. — Per sempre! — quasi trasognato borbottava, e fissava lo sguardo sulla terra. Per sorte era caduto dal seno di Teresa un piccolo e semplice monile, che racchiudeva il suo ritratto. Era stato dipinto da Odoardo, e Iacopo forse lo sapea. Lo prese, lo aperse e, con atto di adorazione e di culto religioso baciandolo ben cento volte, alzò gli occhi al cielo, sommessamente sciamando: — Ti ringrazio! — Poi se lo portò verso il petto, ed ivi lo racchiuse. S’incamminò