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capitolo quinto | 87 |
8
Dipinge il suo giardino su nei monti
Rifei, d’oro e d’argento fabbricato:
narra le ripe, i fiumi, l’ombre, i fonti
ed un palazzo d’ambra edificato:
narra di molte capillate fronti,
figliuole di Fortuna e del gran Fato,
fra le qual ninfe (o fate, altri l’appella)
era Morgana e Alcina sua sorella.
9
Narra, Demogorgon aver per moglie
Pandora, de le fate la piú bella,
donde nascon le pene, affanni e doglie
e di lor empion questa parte e quella
di tutto ’l mondo, ed egli par ch’invoglie
far al suo modo il tempo ed ogni stella.
Volge Turpin lo stile poi, narrando
un caso di Milone, atro e nefando.
10
Or che far deve Berta essendo gravida,
e ’l ventre di dí in dí le vien piú tumido?
Si pente mille volte che tropp’avida
fu di mischiar col dolce caldo l’umido:
teme ’l fratello e piú sempre vien pavida,
col volto scolorito e l’occhio fumido.
Solo Frosina è sola fida ancilla,
che con avvisi rendela tranquilla.
11
Fidel ancilla non fu giá Diambra
che, empir la sua lassivia non potendo,
entrò di sua madonna ne la ciambra
di notte, ove l’ancise, lei stringendo
nel collo co’ le man, s’una sicambra
o mora fusse stata; ché io m’incendo
d’ira, di rabbia, quando mi rammento
una Taís aver Lucrezia spento!