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capitolo quarto | 77 |
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Non dubitate, o credula patrona,
del vostro mal non è lunge ’l rimedio.
Pur tutto questo ch’ora si ragiona
potria col tempo farci qualche tedio;
ché forse alcuna incognita persona
ci tenderia ne l’ascoltar assedio.
Meglio sará ch’andiamo a riposare,
ché l’alba giá comincia a roscigiare.
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— Ove parli ch’andiamo? — disse Berta:
quella rispose: — A letto, ch’el n’è l’ora;
mi fa mistier il vostro ben avverta,
ché ’l vegliar troppo il viso vi scolora. —
Disse la dama: — Questa è cosa certa:
vengan le torze! — e quindi senza mora,
facendo al re Carlone e agli altri inchino,
verso la stanza prendon lor cammino.
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Rampallo giá non puotte piú indugiare;
si mise ragionando a compagnarla.
Fu sempre in Franza l’uso di parlare
ciascun con qualche dames e basciarla:
né qui malizia né sospetto appare,
pur che non voglia ad altro provocarla;
onde tal atto molto par di strano
in queste nostre parti al taliano.
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Lo qual, vedendo in casa sua volere
basciar alcun francese la sua moglie:
— Che fai — tosto gli parla — o bel missere?
Perché farti signor de l’altrui spoglie? —
Cosí dicendo, col pugnal il fere,
togliendogli non pur l’accese voglie,
anzi la vita istessa; perché mecco
lo talian vol esser, e non becco.