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46 | orlandino |
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L’editto dunque fu a ciascuno grato,
sol ai signori di Maganza spiacque;
ad ogni scelleraggine e peccato
questa canaglia maladetta nacque;
vorria veder Carlo e gente e stato
sommerso in terra o ’n le marittime acque:
gli capi d’esti cani sí malvagi
è Manfredon, Ginamo e Bertolagi.
13
Buttò Ginamo il brando via con sdegno,
ch’avvelenato avea lo ribaldone;
fra loro congiurati era disegno
ch’egli ferisca cautamente Amone,
tenendosi lor certi ch’ad un segno
sol di stoccata morirá ’l barone,
e che sol data sia la colpa al brando,
pur ch’abbian poi Beatrice al suo comando.
14
Scingesi ognun la spada con gran fretta,
per non opporsi al bando imperiale.
Ecco ’l Danese al sono di trombetta
con l’asta dritta attende chi l’assale.
Stava una torma de spagnoli stretta,
de’ quali Falsiron è caporale,
ed anco era concorde con Maganza
di scavalcar i paladin di Franza.
15
Elli giá non sapean tal trama ordita,
di che contra Danese válli Ivone;
Morando similmente fa partita
dal luogo suo correndo in ver’ Bovone;
Bovone contra lui, ché ognun s’aita
mandar il suo contrario al sabbione:
ma stetter fermi questi quattro in sella,
ed iron l'aste rotte a la mia stella.