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42 orlandino


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Ben vi so dir che gli sudò la braga,
nanti ch’avesse il carro su le scale;
e se di lor ognun stretto non caga,
convien che for coreggie almanco exale.
Non mai veduta fu cosa piú vaga,
ché gli ha legato sí le braccia e l’ale,
che non si moven piú, se fusser zocchi,
e se si moven parte, moven gli occhi.
69
Or qui de trombe piú di cento intorno
comincia il tararan con gran rumore;
vittoria ciascun grida d’ogn’intorno;
la vecchia de la turba salta fore,
e nuda come nacque col suo corno
or sona forte, or grida in tal tenore:
— Ivone! viva Ivon! viva Bordella,
ch’empie di croste e voda la scarsella! —
70
Poi spicca un salto e balzasi sul bove
quella vacca leggiadra benché vecchia,
e quinci il carro triunfante smove,
tanto con le calcagna il bue puntecchia!
E ciascuno di Ivon viste le prove,
buttargli fior e frondi s’apparecchia;
e cosí stando de prigion in mezzo,
uscí for del steccato a pezzo a pezzo.
71
Dunque ti dico, o savio e spuda senno
ch’esser ti pare un potta modenese,
che qualche fiata le persone denno,
tutto che nobil sian, far del cortese.
Ecco del suo signore che a un sol cenno,
han fatto Bovo, Otton, Namo, Danese;
e tu ti sdegni, rustico villano,
aver se non il dio de gli orti in mano?