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capitolo secondo | 35 |
40
Allor con la sua voce assai sonora
quel musico gentil chiamò mercede,
poi, dritto per giostrar anch’esso, explora
quella targa investir ch’anti si vede,
sta su duo piedi; ma Rampallo allora,
spietato e duro, tosto gli provvede,
salta del basto e d’un legnaio in colmo
quanto puote portar carcollo d’olmo.
41
E ’l mastro di cappella, ch’avea cura
accomodar la voce a l'istrumento,
non stette saldo a quella battitura,
come al martello non sta falso argento;
la chiave di be lungo forte e dura,
fatta be molle, si ritrasse drento,
sí come la limaca far si sòle
quando s’incontra a chi beccar la vole.
42
La risa non vi narro de le donne,
che ciò, fingendo non guardar, vedeano,
e chi cercato ben sotto le gonne
allor avesse, forse che rideano
con altra bocca fra le due colonne,
ove molte formiche discorreano
per brama di mangiar non pane o vino,
ma sol di fra Bernardo il scappuccino.
43
Berta sol è colei che mai non ride;
anzi lo riso d’altri piú l’offende;
tace di for, ma drento smania e stride,
ché l’ira quinci, amor quindi l’incende.
Carlo, che di luntano star la vide
cosí sospesa, gran piacer ne prende;
ella s’accorge e via si tolse presta,
fingendo dol di madre o pur di testa.