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32 orlandino


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Un bove solo il tira infermo e lento,
e Namo fa l’ufficio de l’auriga:
pensate mò, lettori, quanto stento
era di lui condur quella quadriga!
Or giunti al fin e dentro il torniamento
a tôrre e dar ad altri la castiga,
giá Namo di menar non si sparagna
la spada no, ma il capo e le calcagna.
29
Vedestú mai qualche poltron villano
(«poltron» s’appella di suo proprio nome)
discalzo cavalcar il suo germano,
«l’asino» dico, a mezzo inverno, come
spesso mena le gambe, come insano,
acciò di borea il spirito nol dome?
Cosi Namo facea cazzando il bove,
che ad ogni cento urtate il passo move.
30
Or son meschiati insieme que’ baroni
su quelli animaluzzi magri e vecchi;
pignatte e pignattelle e calderoni,
padelle, zucche, barilotti e secchi
fan gran rumore, mentre co’ bastoni
si dan buone derrate su gli orecchi,
orecchi di destrieri, intendi bene,
scherzo; ché doglia tra lor non conviene.
31
Otton s’era affrontato col Danese;
quello sul mulo, e questo su la vacca:
gettan lor aste e vengon a le prese,
ed abbracciati ognun di lor s’attacca:
Morando ch’indi passa, tosto prese
la coda al mulo, e col tirar si stacca;
Danese da le man d’Otton si snoda,
che for del cul si sente andar la coda;