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366 caos del triperuno


Orsi, tigri, leon, lepre, conigli,
pantere, volpi, orche, ceti, delfini,
aquile, strucci, nottole, smerigli,
non sia de voi chi umile non s’inchini
a l’assennata forma, ovunque scorre
tra voi platani, abeti, faggi e pini.
Di tutte vostre cause in lui concorre
una dal sommo artefice criata,
che a l’uomo suo voi tutti ebbe a comporre.
Ma sento giá l'error! Ahi, scellerata [Homo cum in honore esset non intellexit.]
soperbia, che pur l’uscio trovi aperto,
ben cara costaratti quell’entrata,
ch’io vengo il premio compensarti al merto!

TRIPERUNO solo


Se dir volessi a mille e mille lingue,
se por in carte a mille e mille penne,
col senno ch’ogni groppo ci distingue,
dramma del sommo ben ch’allor mi venne,
dapoi che l’alta donna con le pingue
di sdegno gote al ciel spiegò le penne,
direi che tra’ mortali l'esser mio
saria non d’uomo anzi terrestre Dio.

Giá mai sí bel secreto fu di lei
né in erbe, fonti, pietre, stelle occulto,
ch’al subito girar de gli occhi miei
non mi restasse in l’alta mente sculto.
So ben che mille Atlanti e Tolomei
de l’intelletto, ch’oggi m’è sepulto,
non sen trarrebber una particella,
perché saliscon d’una in altra stella.