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30 | orlandino |
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ed un zanetto ancora, che di foco
esser parea, lo traditor cavalca.
Contra Rampallo il stringe, e mancò poco
che, mentre addosso a lui troppo si calca,
quell’indiscreto non guastasse il gioco,
e con un trave quasi lo scavalca,
perché ’l poltrone, per far ben del saggio,
venne a la giostra con quel gran vantaggio.
21
Tal atto spiacque a tutti; ma re Carlo
tanto piú piacque a l’atto ch’or succede:
manda fuor del steccato a congedarlo.
Egli, scornato, a la sua tenda riede:
gli scherni de la turba non vi parlo;
ch’ognun gli chiocca drieto e man e piede;
sol Maganzesi rodon la catena,
ma Chiaramonte n’ha letizia piena.
22
Frattanto Amon e ’l suo fratel Ottone
eran entrati insieme a son di corno;
parean che ducent’anni col carbone
servito avesser di Vulcano al forno;
l’un Satanasso, e l’altro par Plutone,
tant’alte corna e fiamme hanno d’intorno;
ed a due vacche han posto briglia e sella;
questo ha un lavezzo, e quello una padella.
23
Ciascun il suo forcone mette in resta
e move al corso quelle bestie pegre.
Ecco Bovo, e Raineri non s’arresta
per tema c’haggia de le facce negre:
portan due nasse da pescar, in testa,
ma indosso di castron le pelli integre:
le lanze son due scope in un bastone;
le targhe, una barilla ed un cestone.