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selva seconda 325


discepoli per oscuri boschi e per le frondute selve, discorrendo or in qua or in lá, a le maggiori fatiche del mondo, [Venatio.] senza che oltre al convenevole saresti carico d’una gravissima soma, in maniera che staresti male. Per che ti déi assai bene contentare del tuo quieto stato, né vogli procurare scabbia al tuo corpo che sanissimo esser veggio. E maravigliomi io forte di cosí fatte parole quali sono state le tue; ché io fermissimamente creduto avrei, ed ancor credo, che voi asini sempre fuggito avereste cotali pompe, lá dove ora mi pare che procacciate voi d’averle. Io sempre ho udito dire che a gli asini non dilettino molto l’ornate e nobili selle né gli aurati freni né le fregiate vestimenta e quelle che d’oro sono o d’ariento dipinte. Né vidi io mai alcuno di voi essere troppo vago del sòno de le corna o d’altri dilettevoli istromenti, onde sogliono e’ greci dire d’alcuno, che sia d’alcuna cosa rozzo e grosso, uno cotale proverbio: «Egli è a guisa d’un asino a la lira». De l’uccellare e de andare a cazza non mi è ora di bisogno che io ne parli, perciò che dilettare non vi possono quelle cose le quali contrastano a la vostra natura, la quale non vi diede l’ali a volare né veloci piedi e leggieri a potere forte correre. Per le quali tutte cose io brievemente conchiudo che ingiustamente voi e senza ragione facciate alcuna querela o romore de lo vostro sbandeggiamento, recandovi a vergogna l’essere scacciati da coloro, il cui maestro, se pur suoi veraci discepoli sono, vi elesse per suo portatore, quasi come piú vi caglia il giudicio de gli uomini che quello di Dio. Per che vi dovete voi dare pace di tutto ciò che a Colui piace, a la cui direttissima volontá ed eterna disposizione e legge immutabile ogni cosa si creda per certo essere soggetta. Or dubitate forse voi de la divina ordinazione ed infallibile provvidenza? Credete voi che alcuna cosa senza ordine e senza alcuno reggimento qua giú sempre errando vada? Il che se voi credete, perché incolpate voi gli uomini e non la instabile fortuna? Non avete dunque voi giusta cagione da dolervi né da riprendere i chierici e prelati de la madre Chiesa; a li quali, benché di scellerata e cattiva vita siano alquanti e avvenga che facciano le sconcie cose, nondimeno dovete voi fargli ogni onore