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20 orlandino


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Stavasi Berta sola e pensierosa
guatando su la piaccia dal balcone;
e mentre s’una man la guancia posa
ed al peggior de’ suoi pensier si spone,
ecco in un manto d’incarnata rosa
vide l’obbietto del suo cor, Milone,
che vien luntano sopra un bel destriero;
fallo boffare e tien nullo sentiero.
53
Niun sentiero quel balzano tiene:
balzano d’un sol piede estremo e manco;
stellato in fronte, e con sottili vene;
ha largo petto e rotondetto il fianco;
alza le piante e gioca de le schiene;
qual nevo, qual carbon, qual corvo è bianco:
bello è il cavallo e bono; ma chi ’l regge
piú bello e bono il fa, mentre ’l corregge.
54
Movel a un tempo al corso, a un tempo il frena;
quello, che intende, or salta or corre or gira,
boffa le nari e foco ardente mena,
tutto in un groppo e capo e coda tira.
Ciascun s’allarga, ché un destrier tien piena
la via capace, e scampavi chi ’l mira:
Berta ciò vede; onde nel cor l’abbraccia,
ché, come neve al sol, convien si sfaccia.
55
Amor, ch’è spirto inquieto e mai non dorme,
qui l’attendea giá lungamente al varco;
vede natura in lor esser conforme;
onde non gran tirar fu d’uopo d’arco;
ché, quando cessa il mondo esser deforme
pel freddo e vien d’erbette e fiori carco,
quando ’l sol entra ne l’aureo Montone,
nacque la dama, nacque il gran barone.