Pagina:Folengo - Opere italiane, vol. 1, 1911 - BEIC 1820955.djvu/22

16 orlandino


36
Orlando, sol per sua virtú, di Roma
era confaloniero e senatore,
e fu sopra di sé la nobil soma
ch’anco portò Milon suo genitore;
egli tenea la terra umile e doma
sol de’ suoi fatti egregi al gran rumore.
Namo, re Salomone, Gano, Ugieri
furon di Carlo i quattro consiglieri.
37
Il gentil Olivier sopra un convito
sempre fu siniscalco ne la corte:
d’ordir un ballo Astolfo era perito,
e l'esservi buffon toccò per sorte.
Turpin fu ’l cappellano, ed anco ardito
a molti saracin diede la morte;
ma piú del pastorale usò la lanza;
l’una magrisce, e l’altro fa la panza.
38
Rinaldo, d’ogni bon compagno padre,
benché piú de le volte andasse in bando,
era luogotenente ne le squadre
del suo caro cugino conte Orlando;
commercio ebbe talor de genti ladre;
capo di parte per menar il brando
nel sangue di Maganza, e Chiaramonte
sua prole vendicare di tant’onte.
39
Tal ordine di quella corte altera
pose re Carlo; e qui Turpin lo scrive,
acciò ch’abbi, o lettor, la storia vera
e che da sogni e favole ti schive.
Fatemi dunque, o genti, intorno schiera
ed ascoltate queste rime vive,
vive cosí, che forse un gardellino
vi parerò di quelli del molino.