Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
capitolo primo | 15 |
32
Orlando fu di quelli capo e guida,
poscia l’invitto suo cugin Rinaldo,
segue Olivier ove ogni ben s’annida,
Astolfo il bello avventuroso e baldo,
Gano, stirpe di Giuda ed omicida,
falso dei falsi, perfido, rubaldo,
figliuol non d’uomo né da Dio creato,
ma il gran diavol ebbelo cacato.
33
Succede a questo lupo la colomba,
colomba non di forze, ma di vita:
dico Dudon, che con sonora tromba
ciascun per santo e forte in terra addita.
Non manco d’esso il gran nome ribomba
di Malagigi, pallido eremita;
pur furon differenti i santi loro:
angeli questi, diavoli coloro.
34
Poi Vivian suo frate, e Ricciardetto
che volse farsi, e non poté, gigante;
segue Gualtier che fu di piú intelletto
che di fortezza, onde spesso le piante
mostrò cogli altri al ciel; poi Sansonetto,
Riccardo poi, d’ingegno assai prestante;
Angelin manca dirvi, ed Angelieri,
Avin, Avoglio, Ottone e Bellingeri.
35
Fra i duodici non vengon questi sei,
ma «sottopaladini» son chiamati,
perché nel Gran consiglio a quattro, a sei
entran, se alcun de’ primi son mancati;
ebber ne l’armi giá molti trofei,
dico col cul in terra scavalcati;
e fu tra loro tanta cortesia,
che sempre traboccôr di compagnia.