Pagina:Folengo - Opere italiane, vol. 1, 1911 - BEIC 1820955.djvu/169


capitolo ottavo 163


88
Amon quivi Costanza la regina
ingravidò del gran Guidon selvaggio:
quivi narrò poi cena la ruina
di Chiaramonte, il foco e gran dannaggio,
di Beatrice ancora la rapina,
la morte di Rampallo tanto saggio;
e cosí Amon quel caso lor sponea,
come di Troia fece il grand’Enea.
89
Onde se mai sará chi scriver voglia
diffusamente questo mio compendio,
lo libro di Virgilio avanti toglia,
ove si narra quel troian incendio.
Ho di mangiar che di cantar piú voglia:
però, signori, date il mio stipendio,
il qual sará di laude un sacco pieno;
ed io non mangio laude, quando io ceno!
90
Ben dirvi ancor potrei come Agolante
prese tutta l’Europa, ed in Parigi
di Franza incoronò lo re Barbante,
drizzando Macometto in San Dionigi;
la presa di re Carlo; e come Atlante
tolse for de le cune Malagigi,
e come lo condusse in certe grotte,
e qui l’ammaestrava giorno e notte;
91
e come in Roma il giovenetto Almonte
entrò col gran trionfo di vittoria;
e come né per piano né per monte
non era piú di cristian memoria.
Potrei poscia tornare a Chiaramonte,
che, come di Turpin scrive l’istoria,
dieci anni andò per l’Asia vagabondo
cercando in mar, in terra, tutto ’l mondo.