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capitolo ottavo 153


48
Or quivi giunto, ad un altar secreto
devotamente piega lo ginocchio;
e con caldi sospiri avanti e dreto
quinci le braghe, quindi exala l’occhio.
Un Bacco grasso, rubicondo e lieto,
che giace sopra un strato di fenocchio
e d’un bottazzo fassi cavezzale,
era di santi soi lo principale.
49
Né altra Pietade né altro Crucifisso
tien su l’altare a far orazione;
Bacco sol è, che ad un parete fisso
doi cherubini arrecasi al gallone,
cioè ’l boccal dal vino e quel dal pisso,
ché quando l’uno piglia, l’altro pone;
e cosí tutta notte il padre santo
ne orina un fiasco, e beve un altro tanto.
50
Entrando il coco, a lui disse: — Volete
cenar, o monsignor? che ’l rosto è cotto:
ma voi, s’io ben contemplo il volto, sète
sopra voi stesso e d’animo corrotto.
Forse, patron, vi stimula la sete?
pigliate un poco questo barilotto! —
e ciò parlando, spiccalo dal muro,
ch’era d’un tribiano antiquo e puro.
51
Prendelo monsignore, e tienlo fermo
levandolo con ambe mani a Bacco:
Pater — dicea, — se non si pò far schermo
di porre il santo calice nel sacco,
ecco la gola pronta, il spirto infermo;
se tal è ’l tuo voler, de lui m’attacco. —
E poscia ch’ebbe orato con tremore,
bevendo si cangiò tutto in sudore.