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144 orlandino


12
ma l’arciprete santo avea di lingue
sempre di porco e manzo grande copia;
e benché il lungo studio, il qual estingue
lo bel color e fa di sangue inopia,
l’avea condutto a tal ch’un ciacco pingue
parea quando di giande pieno scopia,
pur sempre conservossi, ogni mattina
pigliando un buon cappon per medicina.
13
Or dunque Orlando un giorno per ventura
comprar lo vede in piazza un sturione,
intorno a cui de gente gran strettura
vi era per tôrne ognun qualche boccone;
ma il padre santo a quella criatura
ch’ancor viveva, ebbe compassione
di non veder smembrarla, e cosí integro
comprandolo si parte molto allegro.
14
Cacciato si l’avea ne la bisacca,
ove mill’altre cose occulte stanno;
vagli Orlandino drieto con la sacca
da bono e vigilante saccomanno;
ché per nudrir sua madre non si stracca
far ogni giorno a qualche ricco danno;
piglialo ascosamente ne la toga:
— Sète voi — dice — l’Arcisinagoga?
15
La Reverenzia Vostra non si parta;
statemi alquanto, prego, ad ascoltare.
Nimis sollicita es, o Marta, Marta,
circa substantiam Christi devorare.
Dammi, poltron, quel pesce, ch’io ’l disquarta
per poterlo in communi dispensare,
nassa d’anguille che tu sei, lurcone! —
e ciò dicendo, dálli col bastone.