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132 orlandino


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Poi scrive come in Cipro giunto Amone
con le reliquie sue di Chiaramonte,
di Beatrice in mezzo d’un vallone
Rinaldo nacque, le cui prove conte
che fece nella infanzia, sol espone
allor che ’l figlio suo, d’Anglante il conte,
ebbe condutto fin al mar Euxino
a star col suo diletto Rinaldino.
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Ma nanti che i doi fanti assai cresciuti
poscian trovarsi insieme in quelle bande,
torna il dottore a scrivere gli arguti
consigli d’Orlandino e il senso grande;
lo qual un giorno, co’ capelli irsuti
e con la gonna che d’intorno spande
ben mille strazze, mendicava in Sutri,
tanto che sé con la sua madre nutri.
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Ecco s’incontra in un bel giovenetto,
figliuolo di Rainer, detto Olivero,
lo qual turbossi ed ebbe a gran dispetto
ch’Orlando l’occupasse in su ’l sentiero.
Alzò la mano e diedegli un buffetto
su l’occhio, che gli venne tutto nero;
ed in quel tempo ancora il suo ragazzo
piantolli un grosso pugno sul mostazzo.
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Allor Orlando quel dongello prese
e sotto i piedi tosto si lo caccia,
ed ancor l’altro afferra e giú lo stese
l’un sopra l’altro, e macca lor la faccia.
Corre la plebe tutta per difese
del figlio del signore in su la piaccia;
prest’ Orlandino lascia lor in terra,
corre a la grotta e dentro vi si serra.