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Odi tu dunque, o Figlia, c’hai soggiorno
sempre alla destra dell’amato Sposo,
105ch’averlo puoi la notte, averlo il giorno:
ripensa e ascolta bene, e fa’ ritroso
ogni pensier dal tuo paterno tetto,
ch’altr’hai dal Re piacer, altro riposo.
Egli ama il tuo venusto e grave aspetto;
io egli è sol tuo Signor, egli è tuo Dio,
che adorerai con caro e dolce affetto.
Le figlie, ecco, di Tiro a te con pio
priego vengon vedere il tuo bel volto,
acciò che il Re non abbiale in oblio.
115Piú d’un popol remoto giá raccolto
vien via con ricchi doni a’ piedi suoi,
fatto sincero e d’ombre in tutto sciolto.
La tua beltá, Regina, e i fregi tuoi,
piú che di fuor, hai dentro, e con gli esterni
120gl’interni ornati ottenebrar non puoi.
Oh te beata, quando ti discerni
fra le cognate vergini salire
si ornata in gli occhi al Re de’beni eterni!
Chi l’allegrezza mai potria ben dire,
125quando introdotte all’ampia corte siete
tra l’uman voci e le celesti lire?
Di questi alberghi santi e stanze liete
figliuoli avrai, Regina, in ricompenso
de’ tuoi lasciati padri e stanze viete:
130figliuoli avrai, che sol d’un Padre immenso
uasciuti re, degli universi regni
corranno i lor tributi e regai censo.
Oh, dunque, i versi miei sian, prego, degni
dir lode a quelle vostre altezze eterne;
135che, udendoli per me, gli umani ingegni
le lodin meco, e possan meco averne! —