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Piú molto assai degli uomini c’han voce
e vanto di bellezza, o Re, sei bello
per la tua sparsa grazia che mi cuoce.
70Diffusa, oh quanto! è grazia e laude in quello
tuo dir soave, donde amor trabocca,
non ch’esca solo, e Dio si dolce fèllo!
Cingiti, o Cavalier, ché a te pur tocca,
il brando di giustizia, e cosi armato
75discendi a noi di tua celeste ròcca!
Tu, delle tue virtú corroborato,
combatti e vinci, o Re, trionfa e regna,
ché per la man tua destra avrai lo stato!
L’arco tuo sodo e la faretra, pregna
So delle saette acute, i cuori affiga
di quanti van sotto l’avversa insegna!
Ogni armato elefante, ogni quadriga,
ogni popol superbo sottogiaccia
al seggio tuo, che i reprobi castiga;
85al seggio tuo regai che muove e abbraccia
eternamente il tutto; al seggio, il quale
i giusti a sé riceve, i pravi caccia:
al seggio proprio tuo, tuo naturale,
eh’è amar giustizia e in odio aver gli oltraggi,
90remunerar il ben, punire il male!
Però fra’ tuoi consorti onesti e saggi
te, Dio Figliuol, Dio Padre con l’unguento
dell’alta gloria t’unse in mille gaggi.
Di mirra ed altri odori l’opulento
95tuo regai manto a noi soave spira,
quand’esci il tuo d’avorio alloggiamento;
ove la tua Regina, d’una mira
beltade adorna e ricamati panni,
stando alla destra tua, per te sospira.
100Mentre vi amate in gaudio e senz’affanni,
le regai figlie onor vi fanno intorno,
or dritte or basse negli aurati scanni.