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— S’io — disse — porto forma di quel magno
65aspettato Signor, felice terra,
che del mio sangue assorse il puro bagno!
Vieni tu dunque, o ver Abel, e sferra
noi d’esti antiqui lacci e d’esta tomba,
che me qui primo dal prim’ovo serra! —
70Cosi cantando, vola una colomba
ver’ l’arca che Noè tiene in la testa,
veloce si, ch’uscita par di fromba.
D’oliva poi col ramuscel s’arresta, .
onde il buon vecchio, dal diluvio sciolto,
75su dritto s’erge, e la sua voce desta:
— Torna la pace e mostraci il bel volto
nell’arca, degli eletti servatrice.
Qui meco è chiusa, ove mi sto sepolto.
Ver è che appressa il secolo felice,
80che il vecchio tronco all’arbore si schianta
e nuove fronde adduce alma radice:
alma radice della verga santa,
donde il buon frutto senza culto umano
si coglie e onora la divina pianta.
85Se pur non sei d’un popol di Giordano
posta per segno e per figura certa
dell’esser tuo dal nostro assai lontano,
anzi ch’all’universo fia scoperta
la tua molt’anni occulta veritade,
90vien, priego, vieni, e non tardar, eh’è aperta.
Né sia questa prigion per tua bontade;
anzi cosi hai decreto, acciocché l’arca
solchi altro mar, altr’onde ed altre strade. —
Levossi, dopo questo, il patriarca
95fedel Abramo, e cosi disse in una
voce giá roca e di molt’anni carca:
— O reai Chiave, e non mai di fortuna,
ché, di fral vetro, al volgerla si spezza,
ma chiave al chiuso eie! sol opportuna;