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spogliato l’ho del dato da voi regno.
Essenzie, qualitá, materie, forme,
fatte a lui strane, gli mantengon sdegno;
sempre in affanni vive; raro dorme;
35il freddo, il caldo, mille pesti e morbi
da quel ch’era con voi sei fan disforme.
D’ale proveggo e piume astori e corbi;
di lane, peli e sete agni, orsi e porchi;
di squame e scorze pesci, conche e sorbi.
40Sol nudo esce quest’uom da luoghi sporchi;
sol piange, e nasce misero, senz’arte
di star sui piedi, e fa mestier si corchi.
Corcasi avvolto in fasce lunghe ed arte,
ché i piè, le man per me gli faccio indarno,
45se industria noi rifèsse a parte a parte.
Pur io, poi ch’arte e industria il sollevárno,.
lui nel peccato suo, nell’ira vostra,
affliggo in cento guise, addoglio e scarno.
Né indegnamente il faccio; ché la nostra
50ereditá, Signore, a noi concessa,
come per lui sia gita ben si mostra.
Per lui folgore e grandine giú messa
i miei bei fior, le mie bell’erbe abbatte,
e uccide gli animai, qualor vien spessa.
55Per lui d’ogni mia serpe il dolce latte
oggi amareggia in fetido veleno,
send’elle piú ch’altrove a lui rie fatte.
Per lui freme il leon di furor pieno;
crebber le sanne al porco, al griffo l’unge;
60il cane arrabbia; il tauro non ha freno.
Per lui la ragna e scorpio morde e punge;
il negro tasso ancide e la cicuta,
si che il mal stagli presso, il ben va lunge.
Per lui mia dolce umanitá caduta
65veggo di Satanasso in tirannia,
dond’egli s’alza e voi e me rifiuta.