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Giá su le porte d’òr fermato s’era
il giovin santo, e, vólto a’due consorti:

  • °5 — Qui — disse — non vuol Dio che alcuno pera.

Itene dunque a viver lieti e forti ;
crescete e il ceppo uman moltiplicate,
sempre vivaci e non mai tristi e morti.
Pur nella mente un sol ricordo abbiate,
i io che d’ogni pianta qualsivoglia frutto
avere in vostro cibo ognor possiate.
Ma nell’arbor qui giunto aH’acquedutto,
mezzo al giardin, di poma sempre carco,
contenete la voglia e mano in tutto.
115Di quanto cinge intorno l’ampio parco
e del legno non men di vita lunga
avete sciolto arbitrio e senza incarco.
Sol chi di voi l’audace man prolunga
al ramo ch’apre gli occhi al ben e male,
120converrá pianga o indarno si compunga;
perché tal atto ingiusto e disleale
cosi commuoverá il divino sdegno,
ch’ai gire in ciel vi fian troncate l’ale.
Per sé riserba Dio sol questo legno,
125non perché sia l’egregio e l’eccellente
fra gl’ infiniti di quest’ampio regno;
ma vuol che, agli occhi avendolo presente,
vi conosciate a lui soggetti solo,
cui sia ciò ch’egli ha fatto obediente. —
130Cosi parlando, al ciel riprese il volo.